Nicoletta Romanazzi è la mental coach di Marcell Jacobs, Luigi Busà e Viviana Bottaro, tre atleti straordinari che quest'estate hanno impreziosito il medagliere italiano a Tokyo.
Di recente ha aperto i lavori dell'evento Be Curious, Be Innovative organizzato da SAS (https://www.sas.com/it_it/home.html), la multinazionale leader della data analytics, incentrando il suo intervento sull'importanza di farsi le domande giuste per trovare le risposte e le soluzioni migliori. Un atteggiamento decisivo quando si tratta di lavorare sui dati, organizzarli, gestirli, in modo che possano guidare un'azienda alla ricerca di soluzioni di business vincenti.
I dati aziendali, infatti, sono lì ad aspettarci, ma è fondamentale riuscire a interrogarli nel modo corretto in affinché possano aiutarci a trovare le soluzioni più adatte, o farci scoprire alternative valide alle problematiche che incontriamo nel corso delle nostre attività lavorative.
Tutte le strutture aziendali possono trarre vantaggio dai dati a patto che la loro condivisione sia strutturata, guidata e trasparente, e le informazioni che si estrapolano dai dati stessi siano immediatamente fruibili ai decision maker. In particolare le risorse e le strutture aziendali che devono individuare le strategie più idonee per affrontare il mercato, grazie ai dati aziendali possono prendere decisioni più consapevoli, e gestire con più efficacia anche eventuali intoppi o errori di valutazione.
In fondo, però, c'è un pezzetto del puzzle che non si trova nei dati: è l'ultimo scatto di Jacobs nei metri finali, l'ultimo attacco di Busà nei secondi decisivi, l'ultima mossa di Bottaro negli attimi finali della sua performance. Come nello sport, anche nelle aziende le informazioni e i dati possono essere arricchiti soltanto dalle competenze, dai talenti, da risorse e team che sanno guardare oltre e vedono nei dati qualcosa che ad altri sfugge.
Questa, a ben vedere, è una lettura più umanistica dei dati e della loro interpretazione, che ci avvicina al ruolo fondamentale delle persone, per non ridurre tutto ad algoritmi, formule e robot, entrando nel campo dello storytelling, e per non dimenticare che dietro ai dati, ai server, alle piattaforme, ci sono e ci saranno sempre le Persone, una "P" del Marketing che non deve essere mai dimenticata.